I Giovedì - gruppi chestertoniani veronesi     chi scrisse, che scrisse?

Il testo completo, tradotto da Sabina Nicolini nella "Nonna del Drago" capitolo "L'angelo rosso" è:

"Non sono le fiabe a dare al bambino la sua prima idea di orco. Ciò che le fiabe gli danno è la prima idea chiara della possibile sconfitta dell'orco. Il bimbo ha conosciuto intimamente il drago fin da quando possiede l'immaginazione.  Ciò che la fiaba gli offre è un san Giorgio che uccida il drago."

Non riesco per ora ad avere una traccia più precisa, ma mi sembra che la citazione dopo essere stata opportunamente sterilizzata abbia percorso su internet e fuori questa strada:

a) qualche apparizione in raccolte di citazioni

b) riportata in Gianrico Carofiglio "La Manomissione delle Parole"

c) detta da Benigni in una trasmissione televisiva  in relazione alla lotta alla delinquenza organizzata condotta con gli scritti da Saviano  

d) riportata nell'articolo di Alessandro d'Avena citato nell'altra pagina.

Il risultato è che uno svariato numero di blog, forum ecc. inneggia a Benigni come autore della frase; soltanto i più colti si riferiscono a Carofiglio, molto pochi riconoscono la paternità di GK Chesterton.

Fra Roberto ad esempio ne rivendica la corretta paternità. 

Più interessante della mancata attribuzione è comunque l'effetto della sterilizzazione.

Infatti ad esempio, nel blog richiamato qui sotto, nel quale pure viene riconosciuta la paternità del nostro,

http://blog.libero.it/MISCELAZEOTROPIC/commenti.php?id=108778&msgid=9485561

si interpreta la frase, ad usum Benigni,  come se dicesse che i draghi (nel contesto televisivo la delinquenza organizzata) vengono sconfitti  con la penna (e non con la spada e la lancia come faceva san Giorgio).

Comunque GKC mi pare intendesse dire che il problema del superamento della paura di vivere ha una soluzione, se il bambino riconosce di essere difeso da eroi, come ad esempio il padre,  impersonati appunto da san Giorgio. Non si capisce che c'entri con la camorra.

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