I Giovedì - gruppi chestertoniani veronesi                 predica

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PREDICA DI NATALE 2017

 

Dio si è comunicato direttamente al mondo con la nascita di Gesù che è Dio fatto uomo, fatto carne come noi.

 Il Natale però ha un significato diverso per ebrei e gentili; gli ebrei stavano attendendo il Messia. Per gli altri popoli, che non aspettavano nessuno e forse nulla, non bastava la fede originaria, ebbero bisogno di essere chiamati. Così fu per i Magi che risposero alla chiamata della stella. Per gli ebrei quindi l’adesione a Cristo non è stata una conversione, ma un progresso, un completamento nella loro fede. Noi, come i Magi, sperimentiamo nel nostro cammino di conversione di rispondere a segni ed inviti di cui non sempre ci rendiamo conto immediatamente. Così fu per Chesterton che, (vedi Ortodossia e Autobiografia) al termine di una ricerca durante la quale aveva radunato tutte le verità e le virtù che conosceva, si accorse di aver ricostruito il cristianesimo. Il compimento di questo percorso fu poi l’ingresso nella Chiesa Cattolica (domenica 30 luglio 1922) che possiamo considerare come l’attualizzazione dell’adorazione dei Magi.

 

Per questo, essendo un pagano idolatra convertito da secoli di chiamate, vi faccio i miei auguri per l’Epifania.

 

Ma non solo, se quella data per noi è simbolo rilevante di conversione, allora facciamo benissimo a festeggiarla con il Falò e con la condivisione di formaggio e rum (vedi Osteria Volante).

 

L’Epifania ha il fondamento nel Natale, analogamente la conversione di GKC ha il suo fondamento nell’atto con cui ha posto nella disciplina della chiesa anglicana ciò che aveva di più caro nella vita: la famiglia che stava per formare (venerdì 28 giugno 1901).

 

Ho quindi l’intenzione di organizzare due Falò estivi: proseguire quello del 30 luglio con programma immutato ed un altro l’ultima domenica di giugno con un programma che cercheremo di definire.

 

Buona Epifania e buon Anno Nuovo

 

 

 

OSSERVAZIONI E CORREZIONI

 

Da Padre Caloi OCD ho ricevuto una importante precisazione, che mi ha portato a modificare leggermente ma in modo significativo il testo. Lo ringrazio pubblicamente.

Come diceva Chesterton, infatti, una imprecisione anche minima in problemi così delicati come la Incarnazione può portare a conseguenze imprevedibili.

 

Da Cesare Surano

Concordo con te: Il Natale di Gesù non dovrebbe essere giorno di polemica, ma di gioia serena. Quindi giudico felicissime le tue considerazioni e le tue proposte. La festività romana del "Sol invictus" è stata mutuata nel nostro Natale cattolico, a dimostrazione della continuità della civiltà classica nel segno del Cristianesimo. La Sacra Famiglia non era "migrante", né extracomunitaria, ma semplice Adempiente della promessa di Dio, che per gli Ebrei era un compimento, per noi una "rinascita in corpo e spirito".

 

Da Umberto Fasol

Molto bella la riflessione e anche l'intuizione del segno che tutti noi aspettiamo come è accaduto per i Magi.

Magnifico aspettare e cogliere segni nella nostra vita personale.

Mi pare che il tuo ragionamento me ne richiami un altro.

Credo che Gesù stesso sia per noi idolatri e gentili il segno per antonomasia.

Anche per noi, attraverso i Vangeli e la vita della Chiesa, ci è data la possibilità di renderci contemporanei a Gesù che cammina in Palestina, di fronte agli Ebrei.

Quindi noi pagani del 21mo secolo siamo fortunati. Abbiamo tutta la Tradizione e la Bibbia che ci parla di Gesù e abbiamo un sacco di segni presi dalla Storia e presi dalla nostra quotidianità.

 

Da Bruno Maffezzoli

Non sono d’accordo sul fatto che i gentili non attendessero.

Magari come religione, ma non a livello umano personale.

Il cuore dell'uomo è uguale per tutti ed è in continua attesa di default.

Gli idolatri attendono eccome, perché se si devono costruire idoli per avere qualcosa da toccare e venerare, vuol dire che sentono una grande assenza da colmare in qualche modo.


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