I Giovedì - gruppi chestertoniani veronesi               escursione dantesca
 

 

chi ha qualcosa da aggiungere o da criticare scriva a:
roberto.prisco@chesterton.it


Alcune considerazioni su Dante partendo dal salmo 54


In principio Dio creò il cielo e la terra.

In principio il Verbo era presso Dio.

In quel tempo Gesù ..

 

 

per la tradizione ebraico-cristiana il tempo è importante, è il sostegno dei grandi eventi ed anche di quelli piccoli.

 

Dante, volendo darci il resoconto della sua conversione in modo che possa servire anche per tutti noi, pose l’inizio del suo percorso di redenzione:

 

Nel mezzo del cammin di nostra vita

 

Boccaccio nel suo commento, capostipite delle migliaia di commenti che lo hanno seguito, interpreta sulla base del Salmo 89(90) che Dante avesse 35 anni. Interpreta poi che Dante volesse dire di essere all’apice della propria vita, nel massimo delle forze, nel punto più alto cioè dell’arco che poi si concluderà al settantesimo compleanno, avendo vissuto 35 anni di crescita a cui seguiranno altri 35 di progressivo declino.

 

E va bene! Non si può togliere nulla. Si può invece aggiungere una piccola cosa basandoci su un altro salmo, il 54(55). Lo scopo sarà di ipotizzare sulla scorta di questo salmo con quale stato d’animo Dante si accorga di essersi perso nella selva oscura.

 

Gli ultimi versi del salmo dicono:

 

Tu, Dio, li sprofonderai nella tomba

gli uomini sanguinari e fraudolenti:

essi non giungeranno alla metà dei loro giorni.

Ma io signore in te confido.

 

I primi 3 versi Sono relativi ai nemici del fedele. Ma il fedele, una volta che si riconosce peccatore, viene a trovarsi dall’altra parte, tra i nemici di sé stesso; se poi si trova ad aver raggiunta la metà dei suoi giorni può concludere da una parte che forse i suoi peccati non sono stati proprio tra i peggiori, dato che sanguinari e fraudolenti non raggiungono la sua età, e dall’altra che può confidare nell’aiuto di Dio.

 

Se accettiamo questo mio modesto suggerimento, quasi uno scherzo di un pomeriggio d’estate, ci troviamo a seguire un Dante disorientato dalla foresta dei suoi peccati ma fiducioso di poterne uscire. Sarà poi il sopravvenire delle nuove tentazioni rappresentate dalle 3 fiere a creargli lo sgomento, per il timore di non saperle evitare.

 

Conosce già le altre tentazioni, quelle in cui è caduto e quelle che ha vinto, e se adesso seguirà la ragione naturale, che finora è stata come muta per lui (da qui i suoi peccati), potrà trovare i mezzi per superare le nuove tentazioni e poi conoscere i peccati più gravi, liberarsi della loro oppressione e salire attraverso la redenzione e l’aiuto della Grazia all’incontro con Dio.

Roberto Prisco



Home2.jpg (3026 byte)