I Giovedì - gruppi chestertoniani veronesi       in dettaglio

 

IL CLUB DEI MESTIERI STRAVAGANTI di G.K. Chesterton
 
(The Club of Queer Trades  – 1905)  

Note di Roberto Prisco

 

Un percorso stravagante 

Questa raccolta pare riunire alcuni spunti fantastici di Chesterton che non potranno essere inquadrati nelle vicende di Padre Brown, ma piuttosto in quel genere non strettamente poliziesco a cui appartengono altre raccolte come “I Paradossi di Mister Pond”, “Quattro Candide Canaglie”, “Il Poeta e i Pazzi”. Sono racconti questi nei quali un comportamento assurdo o criminale viene spiegato come soltanto bizzarro e comunque non immorale, ed al contrario come comportamenti apparentemente ineccepibili coprano invece delle autentiche malvagità.

Il nocciolo estetico di queste vicende è descritto a pagina 65 dove GKC spiega come l’invenzione è sempre meno sorprendente della realtà in quanto è prodotta dalla mente umana e quindi le è congeniale. “La verità al contrario deve essere necessariamente più strana”. Implicitamente perché non è opera della mente dell’uomo che cercando di comprenderla si misura con essa oggettivamente.

Iniziamo adesso una corsa a tappe di riferimenti che ci porterà ben lontano da GKC. La prima tappa ci viene richiamata alla mente dalla scena finale nella quale i due esploratori Rupert e Swinburne penetrano nelle profondità della terra per incontrare il Club. Questa discesa richiama una analoga scena de ”L’Uomo Che fu Giovedì” nella quale partendo dalla bettola in riva al Tamigi Syme e Gregory sprofondano nella sede della cellula anarchica dopo aver consumato una sofisticata quanto inattesa cena con aragosta e maionese. Syme poi verrà scelto per coprire il posto vacante di Giovedì nel Consiglio Centrale Anarchico.

La seconda tappa lega ancora quest’ultima scena a ”L’Uomo che fu Giovedì” in quanto anche nel Club ci sono due posti vacanti per accogliere i due arrivati senza invito e completare la tavolata di sette posti dotata ancora di un pranzo luculliano e sopraffino. Per inciso bisogna contare i due colleghi dell’agenzia di perditempo a pagamento come fosse uno solo. Sembra quasi, ma al solito pare di andare ben oltre le intenzioni dell’Autore, che i sei giorni del Consiglio Anarchico dopo aver vissuto le peripezie ed aver conosciuto Domenica siano tornati alla vita comune trasformati al punto tale da non poter svolgere una normale professione, ma di dover testimoniare la Verità ineffabile di cui hanno fatto esperienza con una stravagante razionalità che permette loro di vedere il mondo con occhi sempre nuovi ed accortamente ingenui. Alla Verità rinviano sempre tenendo assieme la quotidianità di una professione impegno quotidiano di tutti, con l’originalità del contenuto professionale frutto di una visione non banale e non predefinita dei rapporti umani.

La terza tappa è molto meno tranquillizzante ed ha come punto di partenza il discorso che il giudice Basil Grant fa davanti ai membri del Club. Con decisione dichiara che l’applicazione del diritto, compito dei magistrati in servizio, non coincide con l’amministrazione della giustizia ed anzi spesso la contraddice, avendo come scopo l’applicazione del diritto codificato nelle leggi. L’opera del giudice in pensione ha avuto invece come scopo di salvare veramente le persone che il diritto avrebbe (non importa se assolte o condannate) lasciate nella stessa situazione morale di prima. La sua missione di giudice in pensione è consistita nel convertire alla bontà persone che avevano avuto comportamenti anche giuridicamente irreprensibili, ma moralmente viziati.

Il percorso di questa tappa ci conduce nella problematica atmosfera della “Panne” di Duerrenmatt. Anche qui una corte di pensionati: giudice, procuratore ecc. giudica gli ospiti secondo la giustizia e non secondo la legge. Opposto è comunque l’orizzonte delle azioni dei due tribunali privati, mentre quello della Panne giudica secondo una prospettiva fortemente atea e autoreferenziale Basil Grant agisce in un’ottica di trascendenza, avendo lo scopo di migliorare le persone anche per mezzo di una adeguata punizione.

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 G.K. Chesterton  “Il Club dei Mestieri Stravaganti” Guanda, Parma, 1987.  


Verona, 11 aprile 2015

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